Rizzuto Antonino
fondatore della Congregazione “Madonna della Favara”
Alla mia malattia promisi la congregazione a Maria SS. della Favara la seconda domenica di giugno che era la data del giorno 11 mi sono messo davanti la chiesa e cominciai a scrivere a quelli che volevano appartenere. O scritto a quattro persone erano Luigi Mangiaracina, Vito Musacchia, Nicolò Riggio e Antonino Gurpi. Questo fu nell’intervallo di entrare l’ultima messa, a mezzogiorno e arrivato il prete don Pepé
Barone e cominciò a rimproverarmi che omini come omini non anno potuto e figurati te, io gli risposi, gli altri non l’anno fatta e io devo farla.
Dopo a risposto Giuseppe Tamborello fu Pietro e gli disse lasciate che fa sono rimaste tante cose indietro e questo con gli altri, il prete come fosse che gli volevano i suoi beni. Per il mezo e andato subito a vestirsi ed a celebrare la messa il popolo vedendo il parlare a quel modo non fui capace scrivere più uomini da quel momento dopo la messa la gente mi dicevano che erano scritti quattro uno per punta sono abbastanza io gli risposi fmo all’otto di settembre ci parleremo e mi poggiavo a sedere avanti a tutti e la gente basta che vuole li pagherà e neppure un rifiuto, il calcolo che io facevo ci volevano 4 lire cadauno e rimanevano contenti, il 16 luglio sono andato a Chiusa Sclafani per contrattare i ritratti di Maria SS. che li faceva Don Antonino Russo da Chiusa e mi voleva tre lire l’una senza levarci un centesimo io mi sono preso una e la pagai tre lire e subito ritornai in paese e sono andato a raccondarlo al signor Don Cocò Genovese e lui mi a dato coragio non ti biliare che io scrivo a Palermo da un mio amico e li avremo più buoni, mi a dato consigli diedi il ritratto e don Cocò a fatto tutto.
Li 30 luglio sono andato a Bisaquino per parlare per li abiti mi anno fatti vedere tanti e non mi piacevano dopo chi o girato diversi casi di famiglia sono andató alla Batia della grazia a parlare coi monachi e la o fatto negozio a sei lire luna a darci i ritratti io, fino al 6 agosto ancora don Cocò non aveva nessun risultato per i ritratti che a scritto a Palermo io il medesimo giorno sono andato a Chiusa e comprai un altro ritratto e lo portai a Bisaquino per farmi il campione e di comingiare a lavorare di dietro fmo che arivasero i ritratti così siamo rimasti il 13 agosto la matina presto sono andato a bisacquino alle monache e mianodato il campione e ritornai subito in paese e sono arivato 2 ore fatto giorno il quale che la gente non anno sortito fori della chiesa per la prima messa io mi sono melo nella porta della chiesa con un piccolo tavolo e una tovaglia di chiesa e il cambione delabito santo sul tavolino e la gente che guardavano con maraviglia e tanti persone che si scrivevano fino a mezzogiorno aveva più di 50 personi scritti, pasato un poco di giorni le monachi mi anno scritto che non avevano li ritratti non facevano a tempo di finirli fina il giorno otto settembre per cominazione anno arivati il giorno 27 agosto miamandato a chiamare don Cocò e mi dise alegro Antonino che sono rivati.
La prima uscita della congregazione e stata il giorno di Pasqua 1883.
Nota – Il presente testo é stato trascritto dall’originale manoscritto di Antonino Rizzuto, conservato attualmente dalla famiglia Glaviano Andrea. Il manoscritto riporta anche altre notizie sulla fondazione della Congregazione.
Prof. Giuseppe Schirò (1905-1984)
Docente e studioso di cultura bizantina e arbëreshe
Giuseppe Schirò, nato a Contessa il 16 giugno 1905, sviluppò la sua attività scientifica, associando in reciproca complementarietà e integrazione, lo studio sulla filologia e storia bizantina da una parte e sull’albanologia dall’altra.
Professore, fu prima incaricato e poi ordinario di filologia bizantina nell’Università di Padova dal 1951 al 1960 e quindi ordinario di filologia e storia bizantina nell’Università di Roma dal 1961 al 1980.
Tra le sue numerose pubblicazioni sono da ricordare:
- “Le epistole greche di Barlaam Calabro” – ( Palermo, 1954 – pp. 360)
- “Analecta hymnica graeca e codicibus eruta Italiae Inferioris” (13 volumi).
L’intensa attività scientifica del prof. Schirò è documentata anche da circa 150 titoli di articoli e monografie pubblicati.
Nel 1979 gli venne conferita la laurea honoris causa dalla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Atene.
Fu socio delle seguenti istituzioni: Accademia Nazionale di Atene; Syllogos “Parnassòs”, Accademia Jonica; Accademia letteraria “Arcadia”, Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti di Venezia, Accademia di Scienze e Lettere di Palermo.
Gli furono conferite le seguenti onorificenze greche: Grande ufficiale dell’ordine di Giorgio I, Grande ufficiale dell’Ordine della Fenice.
Il prof. Giuseppe Schirò morì a Roma il 31 dicembre 1984.
Prof. Felice Chisesi (1895-1958)
Docente di lettere e storico
Nato a Contessa Entellina il 29 giugno 1895, laureatosi in Lettere presso l’Università di Palermo, si trasferì a Roma, dove insegnò lettere nelle scuole superiori.
Appassionato di storia antica, approfondisce un episodio che riguarda la storia di Entella.
Le sue riflessioni al riguardo sono descritti nella monografia “Entella, il Crimiso e la battaglia di Timoleonte”, pubblicata dalla Reale Accademia dei Lincei (Roma) nel 1929.
Al prof. Chisesi tutti i contessioti riconoscono il merito di aver evitato, grazie al suo vivo interessamento e impegno, che Contessa diventasse una frazione di Bisacquino, che aveva avanzato presso il Ministero un’istanza in tal senso per incrementare il suo piccolo territorio.
Quando questa istanza venne archiviata, non avendo Contessa e Bisacquino alcun comune legame storico e culturale, il prof. Chisesi, che a Roma seguì attentamente l’evolversi della situazione al riguardo, assistito anche da esperti legali, inviò tempestivamente al sindaco di Contessa un telegramma, il cui testo originale, breve e significativo é ricordato dai contessioti più anziani.
Molti ricordano anche la sua grande passione per il canto: ogni domenica e nelle grandi feste era sempre presente nella chiesa parrocchiale per cantare, con la sua bellissima voce, vari brani della Divina Liturgia, celebrata in rito bizantino-greco.
Il prof. Chisesi morì a Roma il 7 aprile 1958.
Papas Spiridione Lo Jacono (1812-1874)
Parroco, studioso, educatore e scrittore
Nato a Contessa il 18 febbraio 1812, a 12 anni fu accolto nel Seminario Greco-albanese di Palermo, dove si distinse per diligenza ed impegno allo studio, e dove fu ordinato sacerdote nel 1835.
Durante l’epidemia scoppiata a Contessa nel 1837, con abnegazione ammirevole, portò assistenza ai malati di colera. Per questa sua opera filantropica il 30 settembre 1837 ricevette dal sindaco un pubblico attestato di gratitudine e di riconoscenza.
Nel 1837 gli fu affidato l’incarico di insegnante della Scuola Secondaria ed al suo valido interessamento si deve la costruzione, nella chiesa matrice, di alcune opere significative (cappella di S. Aloe, cappella di S. Nicola, una ante-sagrestia, acquisto dell’altare maggiore, sedie corali, pavimento in marmo, organo strumentale) e la costruzione nel 1838 dell’artistica e monumentale “vara” della Madonna della Favara.
Nominato parroco della chiesa matrice nel 1854 continuò con zelo la sua missione di sacerdote e continuò anche a dedicare la sua attenzione allo studio, che gli consentì di tradurre dal greco in italiano alcuni libri liturgici (Divina Liturgia di S. Giovanni Crisostomo, il Vespro del Corpus Domini, la piccola Compieta greca).
E’ anche autore della monografia “Sull’origine e fondazione del comune di Contessa Entellina, colonia greco-albanese della Sicilia”, pubblicata nel 1880.
Morì a Contessa il 2 gennaio 1874, compianto dall’intera popolazione come sacerdote, studioso, educatore e onesto cittadino.
Un monumento marmoreo, opera del Civiletti, lo ricorda nella chiesa parrocchiale greca (navata laterale destra).
Papas Michele Lojacono (1907-1957)
Sacerdote e uomo di cultura
Nato a Contessa Entellina il 15 aprile 1907, maturò la vocazione sacerdotale durante gli studi ginnasiali all’Istituto Salesiano “Don Bosco” di Palermo, ma il suo forte attaccamento al rito greco-bizantino lo portò a compiere gli studi e la sua formazione al Pontificio Seminario “Benedetto XV”, presso la Badia Greca di Grottaferrata, e quindi al Pontificio Collegio Greco “S. Atanasio” di Roma.
Conseguita la laurea in Teologia, Lettere e Filosofia, fu ordinato sacerdote il 21 novembre 1929.
Per due anni insegnò materie classiche al Seminario arcivescovile di Monreale e diventò punto di riferimento umano, morale e spirituale per molti che lo conobbero come zelante parroco e sacerdote, prima a Contessa (dal 1932) e poi a Palermo (dal 1942).
Alcuni lo ricordano anche per le doti culturali: le sue pubblicazioni, sono note in Italia ed all’estero. Il suo impegno culturale più importante fu il bollettino italo-greco-albanese“Biga”, fondato, diretto e pubblicato da lui per circa dieci anni dal 1947, perodico di cultura, finalizzato alla diffusione delle notizie riguardanti la diocesi bizantina di Piana degli Albanesi e le problematiche inerenti le comunità albanesi di rito greco-bizantino residenti in Italia. Come sacerdote e uomo di cultura fu anche impegnato nella promozione di incontri ecumenici, organizzati nella prospettiva di riunione della Chiesa Cattolica con le Chiese Orientali.
Una personalità forte e mite nello stesso tempo, di cui tutti apprezzarono il sacerdote, l’uomo e lo studioso.
Papas Lino é ricordato come un “uomo di animo buono, comprensivo, amico con tutti, che conosceva a fondo l’animo umano ed era sempre pronto ad aiutare chi si trovava in difficoltà e si rivolgeva a lui”.
Morì Il 22 febbraio 1957 a Palermo.
Papas Matteo Sciambra (1914-1967)
Sacerdote e docente universitario
Papas Matteo Sciambra, nato a Contessa Entellina il 30 gennaio 1914, fu ordinato sacerdote a Piana degli Albanesi il 16 gennaio 1938.
Svolse la sua prima attività presso il Seminario greco-albanese di Palermo e nel 1957 gli fu affidata la parrocchia di S. Nicolò dei Greci (La Martorana) di Palermo.
Laureato in Lettere presso l’Università di Palermo il 4 dicembre del 1952, iniziò la carriera universitaria come assistente di P. Giuseppe Valentini, titolare della Cattedra di Lingua e Letteratura albanese. Nell’Anno accademico 1967, conseguita la libera docenza, gli fu affidato l’incarico di insegnamento della lingua albanese nella Facoltà di Magistero di Palermo.
Con grande impegno si dedicò all’approfondimento non solo della lingua albanese parlata nelle diverse comunità italo-albanesi ma anche dell’albanese moderno.
Lasciò parecchie opere scritte, pubblicate in forma monografica o dai periodici, le quali riguardano interessanti risultati di ricerche effettuate, con notevole e lodevole impegno, su tematiche arbëreshë: personaggi, opere di poeti e scrittori, istituzioni culturali, religiose ed ecclesiastiche, vari aspetti del peculiare patrimonio culturale, ecc.
Va ricordato anche il suo notevole impegno dedicato alla conservazione e valorizzazione del patrimonio musicale liturgico bizantino delle comunità arbëreshë di Sicilia, di cui ha lasciato alcune raccolte manoscritte.
Papas Matteo Sciambra morì a S. Lorenzo di Parabiago, in Lombardia, il 30 luglio 1967.
Papas Giovanni Di Maggio (1908-1967)
Sacerdote e docente nelle scuole medie
Nato a Contessa Entellina il 13 luglio 1908, assiduo chierichetto e piccolo cantore della parrocchia greca, al termine delle scuole elmentari, continuò gli studi al Seminario greco-albanese di Palermo, dove venne ammesso il 27 gennaio 1919.
Si trasferì nel mese di ottobre 1925 a Roma, presso il Pontificio Collegio Greco, per frequentare i corsi di Teologia e di Filosofia.
Nella chiesa di S. Atanasio a Roma il 29 novembre 1931 fu ordinato sacerdote da mons. Pietro Buciç.
Come sacerdote svolse il primo incarico, per otto anni, come rettore al Seminario greco-albanese di Palermo e quindi a Piana degli Albanesi, nella parrocchia SS. Annunziata, frequentando contemporaneamente la Facoltà di Lettere della Regia Università di Palermo, dove conseguì la Laurea nel 1939 con la tesi “Studi su alcuni contachi di santi siciliani”.
Nel 1942 venne nominato parroco a Contessa Entellina, nella chiesa SS. Annunziata e S. Nicolò, matrice di rito bizantino-greco, dove svolse la sua missione di sacerdote fino alla sua morte, avvenuta il 26 agosto 1967, improvvisamente, mentre era impegnato in molteplici iniziative pastorali, sociali e culturali.
Uomo colto ed operoso, nei 25 anni di presenza a Contessa, come parroco della Chiesa matrice, testimoniò il suo impegno di sacerdote pio e zelante, al servizio della Chiesa e dei fedeli, realizzando molteplici iniziative concrete: scuola media, azione cattolica, salone per il cinema, gite culturali, interventi di restauro e manutenzione degli edifici sacri, fedeltà nel mantenere le tradizioni religiose, ecc.
Padre Lorenzo Tardo (1883-1967)
Jeromonaco basiliano e studioso di musica bizantina
Nato a Contessa Entellina il 23 ottobre 1883, compie gli studi umanistici ed ecclesiastici nella Badia Greca di Grottaferrata, dove si dedica con impegno ed interesse alla sua duplice vocazione: vita monastica e musica bizantina.
Ordinato sacerdote nel 1907, dedica 50 anni di vita monastica alla Comunità assolvendo, con diligenza e competenza, i doveri dei vari uffici affidatigli: direzione del Pontificio Seminario “Benedetto XV”, missione in Albania, direzione dell’Archivio della Badia, direzione della Schola Melurgica, da lui fondata.
Dotato di una straordinaria sensibilità musicale, studia musica bizantina moderna ed occidentale e dedica il suo tempo con impegno ed entusiasmo a ricercare, ordinare, rileggere e capire il vasto, originale e meraviglioso materiale melurgico conservato negli antichi codici della Badia o in altre biblioteche nazionali (Università di Messina, Vaticana, Ambrosiana) ed estere (Monte Athos, Gerusalemme, Sinai).
Padre Lorenzo é pioniere nella scoperta, lettura, trascrizione, interpretazione, pubblicazione ed esecuzione delle melodie antiche bizantine dei codici.
I preziosi volumi e gli articoli (oltre 30), pubblicati dalla stampa specializzata, documentano il suo impegno e lo studio dedicato alla musica bizantina.
Muore a Grottaferrata il 28 luglio 1967.
P. Giuseppe Clesi (1907-1966)
Primo parroco del borgo Piano Cavaliere
Nato a New Orléans (USA), dove i suoi genitori erano temporaneamente emigrati, terminate le scuole elementari, entrò nel seminario arcivescovile di Monreale, dove compì tutto il corso di studi ecclesiastici.
Ordinato sacerdote dedicò i primi anni all’insegnamento nella scuola del seminario di Monreale. Venne quindi nominato arciprete di Campiofiorito, dove svolse la sua missione sacerdotale per qualche anno e quindi si traferì a Contessa, dove collaborò attivamente con l’anziano parroco di rito romano, P. Antonino Garaci.
Morto il parroco nel mese di gennaio 1942, il vescovo di Monreale, con comunicazione del 19 gennaio 1942, lo nominò Rettore della parrocchia latina, in attesa della nomina del nuovo parroco.
Non essendo stato nominato parroco nel 1942 lasciò Contessa per prestare servizio militare, come cappellano, sul treno-ospedale che trasportava, durante la guerra, i militari feriti sull’itinerario Italia – Russia.
Finita la guerra collaborò nella parrocchia latina fino al 1958, quando iniziò la sua attività pastorale nel nuovo borgo Piano Cavaliere, dove fu nominato parroco della chiesa rurale dedicata alla Madonna Regina del Mondo.
Svolse la sua missione sacerdotale in tale parrocchia fino alla morte, avvenuta il 24 ottobre 1966.
Nicolò Genovese (1856-1926)
Parroco, scrittore e poeta
Nato a Contessa il 14 maggio 1856, il canonico Nicolò Genovese seguì gli studi nel seminario arcivescovile di Monreale, dove si distinse per impegno e intelligenza.
Ordinato sacerdote nel 1879, svolse il suo ministero nella chiesa latina di Contessa Entellina, dove fu nominato parroco nel 1895.
Si dedicò all’insegnamento privato e partecipò alla vita sociale del paese natio come consigliere e assessore comunale.
A 18 anni cominciò a collaborare con giornali e periodici letterari pubblicando suoi elaborati in versi ed in prosa, suscitando ammirazione e interesse da parte di molti scrittori e letterati contemporanei, con i quali tenne una continua corrispondenza epistolare, che documenta la stima e la notorietà, conquistata nel mondo letterario.
Le sue ammirevoli doti di scrittore e poeta sono rese note anche sia da articoli sulle sue opere, apparsi su vari periodici letterari, sia da testi di presentazione delle sue opere.
La sua vita e le sue opere sono state ricordate nel corso di una giornata culturale, organizzata a Contessa Entellina il sei settembre 1984 dalla Associazione culturale “Nicolò Chetta”.
Morì a Contessa il 28 febbraio 1926.
Nicolò Chetta (1741-1803)
Sacerdote, poeta, scrittore, storico
Nato a Contessa Entellina il 31 luglio 1741, a 11 anni fu ammesso al Seminario greco-albanese di Palermo ed il 2 maggio 1766 fu consacrato sacerdote di rito bizantino-greco nel Pontificio Collegio Greco “S. Atanasio” di Roma.
Dopo aver ricoperto per qualche anno l’incarico di cappellano sacramentale nella parrocchia di rito bizantino a Contessa, fu chiamato ad assumere la carica di vice-rettore del seminario greco-albanese di Palermo.
Tornò dopo qualche anno per motivi familiari a Contessa, dove si dedicò agli studi etnografici, storici e teologici.
Dal 1777 fu Rettore del Seminario greco-albanese di Palermo, di cui diventò benefattore, costruendo a sue spese il terzo piano della sede del seminario medesimo.
Con la sua vasta cultura diede un contributo significativo all’attività religiosa del Seminario, dedicando particolare cura alla formazione dei seminaristi, finalizzata al recupero, al ripristino e all’osservanza della autentica tradizione liturgica bizantina.
Le sue opere principali sono:
- Vocabolario italo-albanese, che comprende circa 5000 vocaboli
- Etimologico della lingua albanese
- Tesoro di notizie su dei Macedoni
- La creazione del mondo
- La dottrina cristiana
- Composizioni poetiche varie di carattere religioso o didascalico.
E’ noto nel mondo culturale italo-albanese ed anche in Albania come poeta e scrittore, per i suoi studi etnografici, storici e teologici. Come storico e letterato diede un significativo impulso alla cultura delle Comunità italo-albanesi. Alcuni suoi scritti, in lingua italiana, albanese e greca, sono stati in parte pubblicati. Le sue opere costituiscono una importante testimonianza della lingua albanese parlata a Contessa nel secolo XVIII. Morì a Palermo il 15 dicembre 1803.
Mons. Giuseppe Schirò (1846-1927)
Arcivescovo Metropolita di Neocesarea nel Ponto
Nato a Contessa Entellina il I° gennaio 1846, compiuto, nel Collegio Greco di Roma e nelle scuole di Propaganda Fide, l’intero corso degli studi di letteratura, filosofia e teologia e fu ordinato diacono e sacerdote a Palermo nel luglio 1868.
Novello sacerdote fu di valido aiuto al parroco di Contessa e quindi maestro di disciplina nel Seminario greco-albanese di Palermo. Nel 1874 gli venne affidata la parrocchia di rito bizantino di Malta. Promosso Vescovo ordinante delle Calabrie nel 1889, fu eletto titolare di Gadara. Nel 1890 fu preposto al Collegio albanese di S. Adriano in Calabria. Nel 1895 si trasferì a Roma, dove gli venne affidata la coadiutoria di Mons. Stefano Stefanopoli, Prelato ordinante per il rito bizantino. Il 4 novembre del 1895 fu promosso dalla sede titolare episcopale di Gadara, da lui occupata fino allora, a quella metropolitana di Neocesarea nel Ponto. Nel 1902 ottenne di essere esonerato dall’ufficio di Prelato ordinante e quindi, libero da ogni incombenza, poté dedicarsi ad un ministero che aveva sempre amato: la predicazione. Parlava molto bene ed fu ricercato ovunque. Tenne un discorso al Congresso Eucaristico di Orvieto nel 1897, ed un altro al Congresso Eucaristico nazionale italiano di Venezia nello stesso anno. Predic˜ il Quaresimale del 1902 a S. Giovanni in Laterano.
Lasci˜ Roma nel mese di luglio del 1923 e passò gli ultimi anni a Contessa, dove morì il primo agosto del 1927. I suoi resti mortali riposano nella chiesa parrocchiale di rito bizantino di Contessa Entellina, dove sono state traslate nel 1994, su iniziativa dell’Associazione “Nicolò Chetta”, che in tale occasione, per far conoscere la sua vita e le sue opere, gli dedicò una giornata culturale.
Mons. Antonino Lala (1907-1965)
Parroco della parrocchia latina
Nato a Contessa Entellina il 15 aprile 1911, compì gli studi nel seminario di Monreale, dove fu ordinato sacerdote il 29 giugno 1935. Celebrò la prima messa a Contessa il 30 giugno.
Svolse la sua prima attività pastorale a Corleone, dove gli venne affidata la parrocchia di S. Elena.
A Contessa nel 1942 gli fu affidata la parrocchia latina.
Mons. Antonino Lala é stato uno dei protagonisti della vita di Contessa, nel periodo che resse la parrocchia latina (1942-1965), ed il suo contributo é stato significativo per la crescita religiosa, civile, sociale e culturale dell’intera comunità locale.
Promosse parecchie iniziative nell’ambito della parrocchia: sala cinematografica, apertura della casa delle suore di S. Chiara, Circolo ACLI, ecc. Fu sempre attivo e impegnato nell’attività della parrocchia, anche quando, nei suoi ultimi anni, fu molto condizionato dalla sua vista, che diminuiva sempre più. Cosciente di questa condizione si avvalse di alcuni collaboratori per portare avanti, con notevoli sacrifici, il suo impegno pastorale.
Quando nel 1960, con decreto della Santa sede, la parrocchia latina passò sotto la giurisdizione dell’Eparchia di Piana degli Albanesi, nonostante non condividesse questo passaggio, si adoperò per non creare difficoltà nei rapporti tra il clero ed i fedeli delle due parrocchie, come riconosciuto e riportato da papas Jani Di Maggio, nel suo diario.
Morì a Contessa il 12 febbraio 1965.
Leonardo Lala (1906-2000)
Un contadino scrittore arbëresh
Leonardo Lala (Narduci), nato nel 1906 a Contessa Entellina, nel 1910 emigrò negli U.S.A (New Orléans) dove rimase per circa tre anni.
Ritornato nel 1913 a Contessa frequentò le scuole elmentari fino alla quarta classe e quindi cominciò a dedicarsi, come quasi tutti i contessioti, ai lavori agricoli.
Mentre la formazione scolastica di Narduci fu limitata alla frequenza delle scuole elementari, l’interesse culturale invece fu sempre un impegno quotidiano (un ammirevole autodidatta!), soprattutto per le varie espressioni della cultura arbëreshe (lingua, storia, tradizioni, ecc.).
E’ stato autore di scritti, in italiano ed in albanese, in prosa ed in versi, alcuni dei quali sono stati riportati da periodici di cultura e attualità delle comunità italo-albanesi.
Curò anche la elaborazione di un glossario: raccolta di circa 4.000 vocaboli arbëreshë usati a Contessa Entellina.
Cessata l’attività come agricoltore, svolta fino a ottanta anni, da pensionato dedicò i suoi ultimi anni all’approfondimento della cultura arbëreshe, suo grande amore e impegno, mai trascurato.
Morì a Contessa Entellina il 4 marzo 2000.
Giuseppe Raviotta (1922-1983)
Consigliere comunale, assessore e vice-sindaco
Nato a Contessa Entellina il 25 ottobre 1922, da ragazzo lavorò in campagna fino a quando, giovanotto, diventò apprendista muratore.
Molto attento e laborioso, dopo alcuni anni continuò autonomamente l’attività come “mastro” muratore.
Dotato di profonda sensibilità sociale, prese coscienza e partecipò alle iniziative della locale sezione sindacale dei braccianti e degli operai nel particolare e difficile momento, che seguì la cessazione della seconda guerra mondiale. Durante alcune manifestazioni (occupazione delle terre) fu arrestato e trattenuto in prigione per alcuni giorni. Questa esperienza, invece di scoraggiare stimolò maggiormente il suo impegno sociale, sia sindacale che politico.
Fu eletto, con un notevole numero di voti, consigliere comunale e più volte fu anche nominato assessore e vice-sindaco.
Sempre attento alle esigenze della gente, interpretò con attenzione i bisogni e le speranze dei lavoratori.
La sua figura di cittadino, di lavoratore e di amministratore fu fedelmente e sinteticamente espressa dalle seguenti parole del dott. Nicolò Cuccia, sindaco di Contessa Entellina, estratte dall’elogio funebre: “Contessa é stata privata, con la sua improvvisa scomparsa, di uno dei suoi figli più generosi e rappresentativi, che agli interessi del paese dedicò la sua esistenza.
Uomo pronto e disponibile a farsi carico dei problemi degli altri, con abnegazione ed impegno, lo ricorderemo come protagonista nella difesa dei deboli contro la sopraffazione dei privilegi e delle ingiustizie. Egli rimane simbolo ed esempio delle generazioni future, che sentiranno raccontare le vicende della vita di un uomo, che é stato fautore delle battaglie per l’assegnazione delle terre ai contadini, delle case ai terremotati, del lavoro ai disoccupati”.
Morì a Contessa il 22 aprile 1983.
Francesco Di Martino (1936-2000)
Sindaco di Contessa e parlamentare dell’Assemblea Regionale Siciliana
Francesco Di Martino, dottore in Economia e Commercio, negli ultimi quaranta anni protagonista del movimento socialista regionale e della vita pubblica contessiota, assolse, con impegno e passione, varie funzioni in attuazione degli incarichi conferitigli nell’ambito di istituzioni pubbliche e private.
Da giovane studente a Palermo si avvicinò alla struttura giovanile socialista, di cui diventò segretario regionale. Autentico socialista, per convinzione culturale e stile di vita, svolse una intensa attività politica e sindacale: per oltre trenta’anni consigliere comunale a Contessa, per diciotto anni Sindaco di Contessa, per quattro anni consigliere comunale a Palermo, per dodici anni Presidente della Camera di Commercio di Palermo e per sei anni Presidente della GES.A.P. (la società che gestisce l’aeroporto di Palermo).
Eletto parlamentare dell’Assemblea Regionale Siciliana, carica rivestita per nove anni fino alla sua morte, ricoprì anche gli incarichi prima di Assessore Regionale al Lavoro e quindi di Presidente della Commissione Finanza e Bilancio.
Notevole fu il suo impegno politico, in sede locale e nazionale, per l’abolizione dell’enfiteusi, per la ricostruzione dopo il terremoto del 1968 e per la valorizzazione del patrimonio culturale etnico e linguistico di Contessa.
Francesco Di Martino, nato a Contessa Entellina il 27 dicembre 1936, é morto a Palermo il 2 agosto 2000.
Dott. Lojacono Pietro (1899-1987)
Ispettore del Ministero delle Finanze
Nato a Contessa Entellina il 29 maggio 1899, conseguì la laurea in Giurisprudenza nell’Università di Palermo.
Superato brillantemente un concorso per dirigenti del Ministero delle Finanze, con la qualifica di procuratore fu assegnato all’Ufficio Imposte Dirette di Alessandria, successivamente fu preposto al Reparto Enti Collettivi a Bologna e quindi, nel 1959, fu nominato Direttore dell’Ufficio II. DD. di Biella.
Trasferito in Sicilia, prestò servizio prima a Catania e quindi a Palermo come Ispettore compartimentale nel 1962.
Cessò la sua attività, per raggiunti limiti di età, il 1° giugno 1964, dopo aver ricevuto particolari riconoscimenti dai suoi superiori e dal Ministro delle Finanze, che gli espresse “viva gratitudine per l’opera svolta con intelligenza, competenza e spirito di sacrificio, nell’interesse dello Stato, nei lunghi anni di fedele servizio nell’Amministrazione finanziaria”.
Morì a Palermo il 23 luglio 1987.
Dott. Calogero Genovese (1831-1904)
Notaio, sindaco, segretario comunale e giudice conciliatore
Nato a Contessa Entellina il 23 aprile 1831, studiò nel Seminario Greco-albanese di Palermo e quindi presso la Regia Università della stessa città, dove conseguì il diploma di notaio.
Fu uno dei protagonisti della vita di Contessa Entellina nella seconda metà del secolo XIX, ricoprendo vari incarichi pubblici (sindaco, consigliere comunale, giudice conciliatore, segretario comunale) e svolgendo, con competenza e scrupolosità, la professione di notaio e di avvocato.
Nella nota controversia, sorta nel 1876, tra l’Amministrazione Comunale ed il Clero greco sulla proprietà della chiesa rurale dedicata all’Odigitria, l’avv. Genovese dimostrò l’infodatezza delle pretese del Comune e la legittima appartenenza della suddetta chiesa al clero greco di Contessa.
I suoi interventi al Consiglio comunale e le argomentazioni giuridiche esposte al riguardo sono raccolte in una monografia da lui elaborata e pubblicata dal titolo “Pretesi diritti di proprietà e possesso sulla chiesa incompiuta dell’Odigitria a pro del Municipio di Contessa”.
Scrisse e pubblicò anche altre due monografie:
- Origini, diritti, giurisdizioni e preminenze del Parroco, clero e popolo albanese di Contessa
- Osservazioni e proposte al progetto riforme Magliani “Legge e Tasse sugli Affari”.
Morì a Contessa Entellina il 13 dicembre 1904.
Dott. Antonino Di Betta (1916-1980)
Ammiraglio della Marina Militare Italiana
Nato a Contessa Entellina il 13 settembre 1916, presso l’Università di Palermo si laureò in Giurisprudenza nel 1939, col massimo dei voti, e nel 1945 in Lettere.
Conseguì inoltre i seguenti titoli professionali o di studio: diploma di Segretario comunale (1937), diploma di Scuola Sindacale (1937), iscrizione all’Albo dei Procuratori Legali (1948), iscrizione all’Albo degli Avvocati (1948), iscrizione all’Albo dei Patrocinanti in Cassazione.
Per esigenze di servizio segue vari corsi di lingua straniera (inglese, tedesco, russo, portoghese, spagnolo, francese ed albanese), acquisendone una buona conoscenza.
E’ nominato prima comandante di “Circondario marittimo”, poi di “Compartimento marittimo” ed infine di “Direzione marittima”, ricevendo elogi ufficiali per i servizio prestato.
Presta servizio anche presso lo Stato Maggiore della Marina e svolge incarichi di rappresentanza presso Organismi internazionali.
Ottiene vari riconoscimenti per il servizio prestato per meriti civili e militari (promozione al Merito di Guerra, distintivo d’onore di Merito di Guerra, distintivo d’onore di “Ferito per causa di servizio”, croce al Merito di Guerra, distintivo della Guerra di Liberazione contro i tedeschi, attestato di Pubblica Benemerenza al valor civile).
Morto a Roma il 16 dicembre 1980, é sepolto nel cimitero di Contessa Entellina.
Dott. Antonino Chetta (1885-1976)
Segretario comunale e scrittore
Nato a Contessa Entellina il 14 marzo 1885, conseguì la Laurea in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Palermo il 21 novembre 1914.
Dal 1912 al 1914 svolse mansioni di segretario nel comune di Contessa e di segretario della Cassa Agraria di Contessa.
Nel 1915 iniziò la carriera di segretario comunale: prima a Sambuca di Sicilia ed a Sciacca, e dal 1921 nel Nord-Italia nei comuni di Arma di Taggia, Sesto S. Giovanni, Bordighera, Cesano Maderno, Cassano d’Adda.
Nel 1937 pubblicò a Bordighera la monografia “Entella”, dedicata all’origine ed alla storia dell’antica città elima, di cui rimangono i resti sulla rocca omonima, nel territorio di Contessa Entellina.
E’ autore anche della monografia “Albania e Italia dal 1878 al 1939” (manoscritto).
Il prof. Giuseppe Schirò, in occasione della giornata culturale dedicata a Nicolò Chetta, il 5 settembre 1982 a Contessa Entellina, riferendosi alla presenza dell’ing. Gherardo Chetta ed alla sepoltura del padre Antonino Chetta ad Oneglia, testualmente disse: “…mi piace salutare l’ing. Gerardo Chetta,………., il quale volendo rendere onore alla memoria del Padre, venuto meno in Imperia il 22 luglio 1976, mi chiese una breve iscrizione arbëreshe da scolpire sulla sua tomba. Oggi, chi passi innanzi all’arca sepolcrale di Nino Chetta, ad Oneglia, potrà leggere, unica scritta albanese in terra ligure e forse in tutta l’Italia settentrionale,
Arbëresh leva arbëresh vdiqa”.
Don SOFRONIO GASSISI (1873-1923)
Jeromonaco, liturgista, paleografo e anticipatore dell’ecumenismo
Nato a Contessa Entellina il 21 aprile 1873, entrò nel Monastero di S. Maria di Grottaferrata come alunno e probando monastico nell’aprile del 1883. Manifestò subito la sua tendenza allo studio, in modo particolare nelle materie ecclesiastiche orientali. Compì con lode tutto il corso regolare del ginnasio, entrò al noviziato nel 1890 e fu ordinato sacerdote nel 1899.
Mentre era ancora studente gli venne affidata la cura della ristampa dei “menei” greci, attorno ai quali avevano collaborato Pitra, Cozza Luzi ed altri dotti. Il suo lavoro superò quello dei suoi predecessori, data la sua grande preparazione e la sua grande competenza in materia.
Fu uno dei fondatori e dei principali collaboratori del periodico “Roma e l’Oriente”. Lasciò diversi manoscritti (studi di liturgia e paleografia).
Nel 1919 fu nominato Consultore della Congregazione per le Chiese Orientali e da tale anno fino al 1920 priore di governo della Badia, pur mantenendo sempre l’ufficio di bibliotecario e di archivista.
Con altri suoi confratelli contribuì al recupero del rito, degli studi e delle tradizioni monastiche orientali nella Badia.
La sua formazione eminentemente monastica contribuì alla rinascita religiosa e spirituale della “nuova” Badia, per la quale lavorò con l’esempio, con la preghiera e con lo studio fino alla sua morte, avvenuta il 14 febbraio 1923.
Calogero Garaci (1907-1990)
Dirigente della Pubblica Amministrazione, docente universitario e studioso
Il Prof. Calogero Garaci, nato a Contessa nel 1907, dopo aver conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia, iniziò la sua attività professionale a Roma.
Si distinse nell’attività professionale e culturale, come emerge dai numerosi riconoscimenti ufficiali conferitigli e per i prestigiosi incarichi rivestiti, tra i quali meritano di essere ricordati:
- Commissario Straordinario (1951) dell’ONMI
- dal 1954 al 1975 docente di “Igiene della scuola e degli sports” presso la cattedra dell’Istituto Superiore di Educazione Fisica di Roma
- dal 1956 Segretario Generale della Lega italiana per la lotta contro la poliomelite e le altre malattie da virus
- Segretario Generale dell’Associazione Italiana per l’Igiene(1946 -1958)
- Medaglia d’Oro al Merito della Croce Rossa Italiana (1964)
- Grande Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana (1972)
- Medaglia d’Oro al Merito della Sanità Pubblica (1974)
- Segretario Generale della Lega Italiana per la lotta contro le malattie virali.
Fu autore di circa 60 pubblicazioni (monografie e articoli) a contenuto igienico-sanitario.
Morì a Roma il 16 novembre 1990 ed a Contessa Entellina é stato ufficialmente ricordato alla presenza del figlio prof. Enrico Garaci, Rettore dell’Università “Tor Vergata” di Roma, il 6 settembre 1992, nel corso di una giornata culturale dedicata alla sua memoria dalla Associazione “Nicolò Chetta”.
Atanasio Schirò (1841-1895)
Parroco, insegnante e storico
Nato a Contessa il 28 agosto 1841, compì gli studi classici ed ecclesiastici presso il seminario della diocesi di Monreale, dove fu ordinato sacerdote.Svolse la sua missione sacerdotale a Contessa nella parrocchia di rito romano ed insegnò per 30 anni nelle scuole locali.
Fu molto conosciuto e apprezzato per la sua cultura a Contessa e in tante altre comunità, dove fu spesso invitato a predicare.
L’avv. Alberto Rizzo di Mazara, storiografo locale, scrisse: “Atanasio Schirò predicò un quaresimale rimasto memorabile negli Annali della Cattedrale di Mazara, pubblicato a cura dei Padri Capitolari”.
Come storiografo di Contessa scrisse tre opere:
– “Il Castello di Calatamauro ” (pubblicato a Palermo nel 1887);
– “Il Monastero di S. Maria del Bosco di Calatamauro” (pubblicato a Palermo nel 1894);
– “Memorie storiche su Contessa Entellina” (pubblicato a Palermo nel 1904)
I Contessioti, riconoscendo i suoi meriti religiosi e culturali, nella chiesa della Madonna della Favara gli dedicarono un monumento, su cui sono incise queste parole: “Schirò Atanasio, parroco vicario latino zelantissimo, socio di storia patria siciliana, dotto nell’eloquenza e nelle lettere, insignito da Leone XIII di pontificia onorificenza, piissimo parroco della Madonna delle Grazie, restaurò questa chiesa decorandola di sontuoso organo, di ori, stucchi, marmi”.
Atanasio Schirò morì a Contessa il 29 luglio 1895.
Antonino Cuccia (1850-1938)
Poeta popolare arbëresh
Nato a Contessa Entellina nel 1850, Nino Cuccia (Strollaku), come tutti i ragazzi contessioti delle famiglie contadine, ben presto dovette dedicarsi ai lavori di campagna. Dotato di una intelligenza non comune, imparò a leggere ed a scrivere.
Osservatore acuto del comportamento dei concittadini, ne rilevò gli aspetti più ridicoli, descrivendoli satiricamente. Non ci é rimanasto però nessuna opera scritta direttamente da lui, che fu solito recitare i suoi versi. Conosciamo alcune sue opere, perché il testo venne trascritto da qualcuno, che lo aveva ascoltato dalla sua viva voce.
Di due opere satiriche, “Tania” e “Tavulata” si conoscono il titolo, qualche verso ed il contenuto, tramandati oralmente fino ad oggi.
Nel poemetto “Tania” critica il lavoro delle donne nei campi e mette in rilievo l’avarizia di alcuni contadini. Nel secondo poemetto, “Tavulata”, mette in ridicolo gli interminabili e tradizionali banchetti nuziali (pettegolezzi, litigi, ecc.).
La poesia “Stosanesi”, conosciuta da molti, descrive, con espressioni sintetiche ma molto efficaci, la resurrezione di Cristo e la tradizione, che si rinnova ogni anno a Pasqua a Contessa.
I versi di un’altra poesia, di cui si conosce solo il titolo (“Zotrat” – I preti), illustrano invece i secolari vivaci rapporti tra il clero di rito bizantino ed il clero di rito romano, che nelle comunità siculo-albanesi costituiscono una caratteristica e interessante componente della vita locale.
Molti gli epigrammi e le poesie, composti nella tarda età, di ogni genere e tramandati solo oralmente.
Le sue opere costituiscono una testimonianza significativa sia della lingua albanese parlata a Contessa sia della vita della comunità contessiota, relativamente al periodo in cui visse.
Antonino Cuccia, cultore poco noto della poesia popolare arbëreshe, morì a 88 anni a Contessa Entellina.
Pagina aggiornata il 05/10/2023