Me paqe e me harè Te qo bukurë ditë, Çë ka klënë çelur sa ka çë isht jeta. Qi i madhë gëzim vien një herë në vit E kush rron e sheh pametë, Kush vdes mbëllin syt Kundet vete jep te jetra jetë, Se in’Zot vdekur rrijti tre ditë E me kaqë hare na u ngjall si so.Luftartë e ruajn me gjak te sytë, Kur tundej dheu e luaj ajo botë,Se si vdiq in’Zot ng’u pa më dritë.Luftartë u llavtin me atë tirrimot Se ran te dheu e sbllijtin sitë/ Njohtin se atë çë vran ish vërteta in’Zot.Shën Mëria virgjërë rrij vënë me lip Klajti të birin tri ditë me sot, U kallartin engjulit E erdhi ajo dritë Vanë e i thanë Shën Mërisë Se u ngjall in’Zot.Shën Mëria virgjërë rriodhi, Fshijti sytë, Vat’e bracarti t’in’Zot, Pa se te gjiri kish një firit: Helmë i madhë ndiejti, Shën Mëria kur vdiqi in’Zot.Mi dizet ditë te parrajsi ju ngjip, Me flamurin te dora, Na u ngjall in’Zot.Priftëria na e mbëson këtë i madhë shërbes E për tri ditë hipet me atë stosanes E litirit vete ja thotë : Kini hare se u ngjall in’Zot. Qi i madhë gëzim kle vërteta Këtë rrimë e bëri Strollaku |
Con pace e gioia In questo bel giorno, Che è noto da quando esiste il mondo, Questa grande felicità si rinnova una volta all’anno E chi vivrà ancora la vedrà di nuovo, Chi muore chiude gli occhi, Va a rendere conto delle sue opere nell’altro mondo, Che il Signore morto è rimasto per tre giorni E con tanta gioia è risorto oggi (Pasqua).Le sentinelle col sangue negli occhi facevan la guardia Quando tremava la terra e ballava il terreno, Che quando è morto il Signore non si è vista più la luce.Le sentinelle si spaventarono con quel terremoto, Caddero a terra e spalancarono gli occhi, Compresero che l’uomo ucciso era veramente il Signore.La Madonna se ne stava addolorata, Pianse il figlio per tre giorni, Discesero gli angeli E apparve quella luce, Andarono a dire alla Madonna Che il Signore era risorto.La Vergine santa Maria accorse Asciugò gli occhi E abbracciò il Signore, Vide nel suo petto una ferita, Grande dolore provò, La Madonna quando morì il Signore.Dopo quaranta giorni salì in paradiso, Con la bandiera in mano, E’ risorto il Signore.I sacerdoti ci insegnano questo grande evento, E per tre giorni sale con questo “Stosanesi” (è risorto) Ai fedeli latini dicendo: Siate contenti perché il Signore è risorto.Questa grande gioia è per certo avvenuta, Questa festa oggi si rinnova in tutto il mondo. Questi versi li ha scritti Strollaku, |
Tri dit’in Zot Të vrart Iudhenj U sdrip një Engjëll Lëftart u llavtin Me shum’menat Engjëlli i thot: U nisën grat tue kënduar kemi hare. |
Tre giorni Nostro Signore I malvagi Giudei Discese un Angelo I soldati si atterrirono Di buon mattino L’Angelo risponde: Si avviarono le donne |
O mirë mbrëma Një thagmë t’madhe Ish një njeri Dy motra kish Lazëri vdiq Pranë e varrëzuan Te Perëndia O Zot, o Zot Fshini atò lotë E çë na thua E Krishti i thot: U nis in’Zot O Lazar, Lazar, Lazari u ngrè, E pran i tha: In’Zot i tha: E te ana e drejtë Ktë vërtetë Ngreu ti zonjë |
E Cristo aggiunge: Andò il Signore Un grande portento C’era un uomo Due sorelle aveva Lazzaro morì Quindi lo seppellirono Verso il Signore O Signore, o Signore, Tergete quelle lacrime, E cosa mai ci dici, Comincia a chiamarlo: O Lazzaro, o Lazzaro Lazzaro si levò E poi gli disse: E il Signore gli disse: E nella parte destra Questa verità Alzati, o signora |
Sicuramente tutti i contessioti sanno che “Lazari” e “Krishti u ngjall” sono due canti tradizionali albanesi e che vengono eseguiti da gruppi di giovani, per le strade del paese la notte che precede il sabato di Lazaro e la domenica di Pasqua.
A Contessa sono ancora vivi oggi, anche se meno noti, tanti canti arbëreshë, sacri e profani, antichi e recenti, la cui scoperta, conservazione e valorizzazione é da attribuire all’impegno delle parrocchie e delle scuole locali.
Nel XX secolo molto é stato fatto al riguardo dai sacerdoti di rito bizantino (papas Lino Lojacono, papas Jani Di Maggio, papas Matteo Sciambra, papas Nicola Cuccia) e dalle suore basiliane. Il coro “P. Lorenzo Tardo” esegue oggi anche canti arbëreshë sia della tradizione religiosa (canti liturgici, canti dedicati alla Madonna, Lazari, ecc.) si della tradizione laica (e bukura Moré, Qyvarrisu, ecc.).
Negli ultimi decenni gli alunni delle scuole elementari e gli studenti delle scuole medie sono stati impegnati più volte in ricerche riguardanti la lingua, il costume ed il canto arbëreshë. Nell’ambito di tale iniziative scolastiche, seguite dalle insegnanti Giuseppina Cuccia e Tommasa Guarino, nel 1978, é stato costituito il gruppo folcloristico “Brinjat”, che si esibisce con canti, danze e recite della tradizione italo-albanese.
Questa esperienza, che é continuata negli anni successivi fino ad oggi, ha consentito ad alcune generazioni di ragazzi di Contessa di conoscere, imparare e cantare melodie popolari albanesi locali di ieri e di oggi, sacre e profane (E bukura Moré, Krishti u ngjall, Qyvarrisu, Të parkales, Falem, Kuntisë hora ime je ti, ecc.).
Per valorizzare la canzone italo-albanese, dal 1980 si svolge ogni anno in estate a S. Demetrio Corone, il “Festival della canzone arbëreshe”, cui Contessa ha partecipato più volte. Nell’edizione del 1980 Niceta Gennusa canta “Dimbri-Inverno” (Autori: G. Monteleone, A. Gennusa, M. Azzaretto). Nel 1997 ancora Niceta Gennusa canta una sua composizione “Pupa çinese-Bambola cinese”.
Il 24 marzo 2001, nell’ambito delle celebrazioni per il 550° anniversario di fondazione di Contessa, nella Sala Rai si svolge “Una serata col festival arbëreshë” con la partecipazione di gruppi canori e complessi strumentali di comunità italo-albanesi della Calabria e del Molise: vengono eseguite le canzoni classificate in alcuni precdenti edizioni e viene presentata la nuova canzone arbëreshe “Të lëra”, composta per l’occasione (testo di Calogero Raviotta e musica di Piero Di Miceli).
Per la conservazione e valorizzazione di questo patrimonio musicale arbëreshë anche nel XXI secolo, da arricchire con nuove composizioni, rimane sempre valido il contributo che potrà continauare a dare la scuola e la parrocchia, ma può risultare originale e utile anche l’apporto dei giovani che amano la musica.
Per la valorizzazione di questa preziosa e peculiare espressione del patrimonio culturale di Contessa Entellina, infine potrebbe risultare particolarmente significativa ed efficace la esecuzione, da parte della banda musicale locale, di alcuni brani di musica popolare arbëreshe, sacra o profana, analogamente a quanto già realizzato dalla banda musicale di Mezzojuso con notevole successo.
(Fonte: Avv. Calogero Raviotta, Associazione Culturale “N. chetta”)
Pagina aggiornata il 05/10/2023